Viaggi Avventure nel Mondo di ieri e oggi
Viaggi avventure nel mondo: Perché viaggiare? La scoperta del Pianeta Terra è un’avventura, è conoscenza, è amore per la vita. Senza il viaggio non esisterebbe la civiltà: se infatti i nostri antenati del bacino del Mediterraneo non si fossero spinti in percorsi sconosciuti, oggi il mondo non sarebbe così come lo conosciamo.
Come prepararsi ? Per fare una citazione possiamo dire che
“ Il vero viaggio di scoperta non consiste nello scoprire nuove terre, ma guardare con nuovi occhi”.Proust
Una valigia quindi non deve essere solo carica di abiti e degli effetti personali che possono essere utili durante il tragitto ed il soggiorno. Nella nostra ipotetica valigia mentale ci deve essere una predisposizione all’accoglienza ed alla comprensione di ciò che è “altro” rispetto a noi. La varietà di culture, lingue, cucine e panorami renderanno ogni singolo percorso unico e irripetibile.
Il bello sta anche nel perdersi: deviando dalla rotta prefissata si possono scoprire piccole cose che non sono elencate all’interno delle guide turistiche e che resteranno per sempre solo “nostre”. Una grotta sul mare scoperta navigando attorno alla costa, un percorso sterrato, un giardino nascosto agli occhi dei turisti : questo renderà la vostra una delle avventure più fantastiche di sempre.
Il viaggio, il piacere della scoperta e la voglia di avventurarsi nell’ignoto hanno spinto l’essere umano ad osare e a superare i propri limiti.
Chi è il viaggiatore? Semplicemente colui che intraprende una via per arrivare da qualche parte. Tutti noi, nella vita siamo un po’ viandanti. Viaggiamo, ci spostiamo ma spesso ci dimentichiamo di assaporare ogni singolo attimo del tragitto che stiamo andando a percorrere.
Viaggi Avventure Nel Mondo: Cenni Storici-Letterari
Si pensi alla figura mitologica di Ulisse, nell’Odissea l’eroe greco si trova ad affrontare una lunghissima traversata impervia, fatta di incontri, di creature magiche e di nuovi popoli, una sventura trasformata in espediente, in quella ricchezza inalienabile che è l’esperienza. Il mezzo letterario da sempre ha offerto ai fruitori la possibilità di viaggiare con gli occhi di chi scriveva: mondi esotici, abitudini sconosciute ed imprese mirabolanti, vere o di fantasia che fossero. Basti pensare a “Il giro del mondo in 80 giorni” di Jules Verne, nel quale il protagonista scommette di poter circumnavigare il globo terrestre in soli 80 giorni a seguito di una scommessa con i membri del suo aristocratico club inglese. Viaggiare nella seconda metà dell’Ottocento era un dovere morale per tutti gli intellettuali che se lo potessero permettere. Non dimentichiamo che illustri personaggi come Goethe, Stendhal, Mason, hanno visitato l’Italia alla ricerca della bellezza del tempo antico. Il respiro di un percorso fatto di vista, gusto, incontri con la gente e con la cultura della classicità è di così ampia portata che molti dei protagonisti hanno raccontato le loro avventure che inevitabilmente in un percorso così denso hanno segnato la vita di ognuno di essi. Morgan Forster con la Camera con Vista su Firenze, e con Passaggio in India si incentra sulla persona, lontana dalla sua patria e sulla scoperta che il viaggio regala non solo riguardo il luogo in cui ci si trova, ma anche sul confronto con sè stessi, con una morale diversa da quella a cui si è abituati e alla trasgressione di alcuni principi rigidi e ferrei a cui le donne dell’epoca erano sottoposte. Rudyard Kipling ci narra dei Capitani Coraggiosi che sfidano il mare e gli oceani, raccontando la storia del percorso non solo geografico, ma di crescita personale del giovane Harvey che si ritrova a contatto con il mondo, comprendendo così la complessità dell’esistenza umana e del valore della conquista della propria indipendenza. Lo stesso Kipling trasporta i viaggiatori nel misterioso mondo della giungla, in un viaggio in cui il mondo animale e quello umano si fondono: Il libro della giungla. Attraverso giovane Mowgly ci viene offerta una panoramica dell’India più selvaggia. Il ragazzo cresciuto dai lupi e dalle scimmie però lascerà – con molte difficoltà – quell’ambiente per certi aspetti più protetto per amore della fanciulla che andava a prendere l’acqua. Perchè fare un viaggio nel Borneo? La natura prorompente mozza il fiato al visitatore restituisce le suggestioni avventurose descritte da Emilio Salgari, un viaggio che da bambini abbiamo fatto in molti seguendo le peripezie della Tigre di Mompracem contro i soprusi degli inglesi, sempre spostandosi da un’isola all’altra di quei paradisi tra l’Oceano Indiano e il Pacifico. In quegli stessi luoghi i visitatori odierni non si riescono a rendere conto di come sia stata possibile un’accuratezza tale nel dipingere certe spiagge, certe abitudini, certi modi di vivere che l’autore ha visto solo nella sua fantasia. Arrivando al Novecento sono famosi i viaggi di Hernest Hemingway, a Parigi nella sua gioventù ha dovuto fare i conti con le asperità di una vita economica non proprio fiorente, ma con le sue capacità ha vissuto delle esperienze memorabili al fianco dei più grandi intellettuali del suo tempo. Hemingway era un personaggio in eterno movimento: le sua vita in Italia durante la Guerra, la scoperta della Francia, in Spagna alla Fiesta di San Fermin a Pamplona dove i tori sono lasciati in libertà a rischio e pericolo dei giovani partecipanti. Ricordiamo anche i suoi avvincenti viaggi via mare che lo porteranno ad approdare a Cuba dove trascorrerà gran parte della sua vita. Oltre Hernest, Jack Kerouak con il suo viaggio “On the Road” ha dato il via alla Beat Generation. Due amici che partono pressoché senza una meta, fermandosi laddove più gli era congeniale, conoscendo donne, commettendo piccoli atti illegali, vivendo in una via che non aveva definizione, ma solo quella alla fine della scoperta.
Tutto questo per dirti cosa?
Viaggiare per cercare gli altri e per cercare sé stessi. Questi sono i percorsi fatti da uomini famosi che li hanno trasmessi ai posteri, e che sono arrivati ad oggi lasciandoci con il desiderio di fare le valige, lo zaino e mettersi in marcia per destinazioni sconosciute.
Il viaggio è l’avventura e l’avventura è il viaggio stesso.
Sembra impossibile oggi pensare di poter andare avanti per “espedienti” come gli illustri personaggi sopracitati hanno fatto. Non possiamo pensare di affidarci incautamente ad una macchina facendo l’autostop, oppure prendere un treno e andare fin dove esso conduca. L’organizzazione è di certo fondamentale, è innegabile, anche perchè spesso si tratta di questioni di incolumità personale, però con una sensata lista delle cose da evitare è possibile spingersi oltre la cortina di una gita organizzata, o di un resort All Inclusive. Magari vivere nella tenda di un Beduino del deserto del Wadi Rum potrebbe non essere altrettanto confortevole di un letto King Size su di uno yacht alle Maldive, così come non potrebbe esserlo il tragitto a bordo di un cammello confrontato con un comodissimo fuoristrada con aria condizionata, ma l’emozione di sentire i suoni della natura ed imparare che ci sono persone che vivono in modo così diametralmente diverso da noi occidentali, non può far altro che ampliare i singoli orizzonti.
Per viaggiare spesso non è nemmeno necessario allontanarsi troppo dalla propria abitazione: possiamo dire davvero di conoscere tutti i dintorni del luogo in cui viviamo? ogni via? ogni posto segreto? Chi ha come me la fortuna di vivere in Italia trova semplice scoprire piccoli gioielli architettonici o boschi che sembrano usciti dalle favole. Pensiamo a tutti quei paesini della Toscana, dell’Umbria o della Sicilia. Ma ad esempio anche per chi è in Francia (esempio a caso, mia sorella vive a Parigi da anni ormai). A pochi chilometri dalla capitale ci sono piccoli villaggi poco conosciuti che sono delle perle della civiltà europea. Un esempio? Moret-Sur-Loing è un borgo poco conosciuto della regione parigina, ma lì vi andavano a dipingere pittori come Sisley e Renoir. Trascorrere anche solo poche ore in quei luoghi regala la consapevolezza di entrare davvero nelle opere d’arte, comprendendo l’unicità della scelta di quel luogo rispetto ad un altro.
Per tornare alla nostra Italia: un suggerimento? Ad esempio una bella vacanza al mare in Sardegna, bene, non vi limitate alle spiagge che sono segnalate dai siti turistici, bisogna sapere che ogni caletta è magica a suo modo, uscite dagli schemi, osate, avventuratevi anche per l’entroterra, verrete accolti dalla cordialità degli abitanti e da una cucina sopraffina, per gustare sapori che sembrano essersi perduti nel tempo.
Il viaggio è il percorso che ognuno di noi fa per addentrarsi in un nuovo mondo, che è fatto sia da quello “reale” che possiamo vedere con gli occhi aperti, sia quello che crea dentro noi stessi. Un luogo può comunicare tanti messaggi diversi: il Gran Canyon un senso di vastità e stupore, Parigi tira fuori le emozioni romantiche, a Roma ti senti pervaso dalla vastità delle opere dell’antichità, il piccolo borgo stupisce per la cura dei dettagli, una spiaggia per il colore della sua sabbia o delle sua acque, una foresta per il senso di pace e di armonia con la natura. Ogni luogo ha la sua particolarità che è data dai suoni, dai profumi, dai panorami, dai sapori che sono unici ed irripetibili e che rendono l’anima più ricca. Viaggiare non è solo arrivare alla meta, ma è soprattutto il percorso che si compie per giungervi.
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